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giovedì 17 dicembre 2020

GIOVEDI' 17 DICEMBRE - TRADIZIONI E LEGGENDE


Se ci diamo una mano i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l'anno. Gianni Rodari


RIFLESSIONE: raccontatevi come avete trascorso la giornata, facendo attenzione ai particolari e a tutto ciò che vi è successo

Cari bimbi,
 i nostri compagni di V hanno preparato per noi delle ricerche sulle tradizioni natalizie nelle varie regioni d'Italia. Scopriremo insieme usi e costumi delle varie località italiane. Perchè conoscere la storia del nostro Paese è importante e arricchente e il modo migliore per farlo è tramite gli occhi e (in questo caso) la penna dei bambini!
Buona lettura!!!






















Bravissimi bimbi e complimenti alle vostre maestre che vi insegnano a curiosare per il mondo!



Come abbiamo letto, le tradizioni legate al Natale sono davvero tantissime, variano a seconda del luogo, della storia, delle leggende. Insomma, ne abbiamo di tutti i gusti... E, a proposito di gusti, ecco alcune tradizioni natalizie culinarie!

LOMBARDIA

Panettone

Il panettone è uno dei dolci tipici del Natale, ma pochi conoscono la sua vera storia. In realtà le origini di questa delizia si perdono nel tempo e la nascita del panettone è legata a numerose leggende. La più famosa narra che il panettone sarebbe nato alla corte di Ludovico il Moro, signore di Milano nel lontano XV secolo. Era la Vigilia di Natale quando, in occasione del banchetto, il cuoco ufficiale della famiglia Sforza bruciò inavvertitamente un dolce. Per recuperare la situazione Toni, lo sguattero che lavorava in cucina, decise di utilizzare un panetto di lievito che aveva tenuto da parte per Natale. Lo lavorò aggiungendo farina, uova, uvetta, canditi e zucchero, ottenendo un impasto particolarmente lievitato e soffice.

Il dolce venne apprezzato così tanto che la famiglia Sforza decise di chiamarlo “pan di Toni”, da cui deriverà nei secoli a venire il termine “panettone”. Questa però non è l’unica leggenda legata a tale dolce natalizio, perché secondo altre storie ad inventarlo sarebbe stata suor Ughetta oppure Ughetto degli Atellani. 

L’unica certezza è che il panettone è nato nel medioevo ed è legato alla tradizione, che vigeva all’epoca, di preparare in occasione del Natale dei pani molto ricchi, che venivano serviti dal capofamiglia ai commensali.
Per gli storici le prime prove documentali sull’esistenza del panettone risalgono al 1606. In quel periodo infatti il Dizionario milanese-italiano parla del “panaton de danedaa”. A quell’epoca era molto basso e non lievitato, simile al pandolce di Genova. Nell’Ottocento la ricetta venne perfezionata e il dolce prese il nome di “panattón o panatton de Natal”.

La forma attuale del panettone venne infine ideata negli anni Venti, quando Angelo Motta, prendendo ispirazione dal kulic, un dolce ortodosso che si mangia a Pasqua, decise di aggiungere nella ricetta anche il burro e di avvolgere il dolce nella carta paglia, rendendolo come lo vediamo oggi. 






CALABRIA


Il Natale in Calabria è da sempre una buona occasione per riunirsi con tutta la famiglia.

Le tavole calabresi si riempiono di saporite pietanze tipiche: ricette antiche che si tramandano di generazione in generazione e che ne declinano differenti versioni.  

TURDILLI DOLCE TRADIZIONALE CALABRESE

 DOSE 

Per 8 persone:

Farina 00: 500 Grammi

Vino Moscato Dolce: 280 Grammi

Zucchero: 50 Grammi

Miele: 250 Grammi

Confettini Di Zucchero: 10 Grammi

Uova: 1

Cannella: 2 Cucchiai

Acqua: 20 Grammi

Olio Di Oliva Extra Vergine: 40 Grammi

Olio Per Friggere: qb

PREPARAZIONE 

per preparare i turdilli cominciamo con il mescolare la farina setacciata con lo zucchero. Se preferite dolcetti più morbidi unite anche 2 grammi di lievito istantaneo uniamo l'uovo all'impasto, aggiungere il vino alla farina con lo zucchero, mescolare il vino con la farina, aggiungere dopo il vino ed avere mescolato l'olio di oliva extra vergine, impastare la massa per i turdilli fino a quando non assume una consistenza setosa e omogenea ,dividete la pasta in pezzi e lavoratela per ottenere dei cordoncini spessi un dito, come si fa per gli gnocchi, tagliate i turdilli: pezzetti da circa mezzo centimetro, ora arricciate i turdilli: potete usare l'arriccia gnocchi, o una forchetta ed ecco i turdilli pronti da friggere: in pratica sono degli gnocchi dolci, friggete i turdilli in abbondante olio bollente, per circa 3 minuti, man mano che i turdilli sono cotti fateli asciugare sulla carta assorbente e metteteli da parte, ora prepariamo la guarnizione dei turdilli: fate scaldare l'acqua e unite il miele. Mi raccomando le dosi! aromatizzate il miele con la cannella o con l'anice, o lasciatelo al naturale, passate i turdilli nel miele caldo, mescolando delicatamente lasciamo cuocere i turdilli per altri due minuti, a fiamma bassa, con la schiumarola prelevate i turdilli e sistemate un primo strato sul piatto e cospargetelo con la codetta altro strato e altri confettini... se volete conservare a lungo i turdilli metteteli in vasi di vetro ben chiusi, e conservate al fresco 



Ed ecco la ricetta del baccalà frijutu ccu pipi e alivi niguri (baccalà fritto con peperoni e olive nere)


INGREDIENTI

1 chilo di baccalà già spugnato, farina, due peperoni, olive nere, pepe rosso macinato, sale, olio evo.

PREPARAZIONE

Tagliate a pezzi il baccalà, infarinatelo bene e fatelo friggere in una padella con poco olio evo. Quando è leggermente dorato, aggiungete i peperoni (anche secchi o di salaturu) e olive nere e completate la cottura. Fatelo sgocciolare e infine chiudete in bellezza con una bella spolverata di pipi ammaccatu, e cioè peperoncino secco macinato. 



La ricetta: Mostaccioli calabresi. 

Ingredienti: 500 grammi di farina 00, 500 grammi di miele, 1 cucchiaio di strutto, 1 bicchierino di liquore all'anice o di mosto cotto. Impastare gli ingredienti fino ad ottenere un composto compatto e ben amalgamato, lasciar riposare la frolla e poi stenderla fino ad ottenere uno strato di circa 1,5 centimetri. Dare alla pasta la forma che si desidera e decorarla con pezzetti di stagnola colorata. Ungere una teglia con lo strutto e disporvi i biscotti che dovranno cuocere ad una temperatura di 150° per circa 15-20 minuti. Per chi desidera seguire il procedimento tipico della tradizione locale, è possibile preparare l'impasto utilizzando una parte di acqua e tre di miele da sciogliere a bagno maria, setacciarvi la farina lentamente e, una volta ottenuta la frolla, lasciarla riposare per un'intera notte per poi lavorarla a mano e darle la forma desiderata utilizzando come piano d'appoggio un tavolo di legno o di marmo. 

L’antica ricetta dei cururicchi, le ciambelle di patate calabresi

Ingredienti per 25 persone

1 kg di farina 00

300 gr di patate con la buccia

1 cubetto di lievito di birra

20 gr di sale fino

Acqua tiepida q.b. (circa 500 ml)

1 bottiglia di olio di semi di arachide per friggere

Preparazione

Lessare le patate con la buccia fino a che non sono morbide. Sbucciarle e schiacciarle ancora calde e poi lasciarle raffreddare. Prendere un bicchiere e sciogliere bene il lievito in un po’ d’acqua presa dal totale. Mettere le patate schiacciate su una spianatoia di legno e iniziare ad aggiungere la farina, poco a poco (ma non tutta), il lievito sciolto nell’acqua e un po’ di altra acqua tiepida. Iniziare ad impastare un po’ e vedere se il composto assorbe bene tutta la farina: alla fine si deve ottenere un impasto liscio, omogeneo, ma non troppo appiccicoso. A questo punto aggiungere il sale (che deve essere aggiunto sempre lontano dal lievito) e impastare energicamente con le mani per almeno 5 minuti. Riporre l’impasto in una ciotola grande, praticando dei taglietti sulla superficie, a forma di “x” per favorire la lievitazione e coprire la ciotola con un canovaccio. Lasciare riposare il composto per almeno un’ora in un luogo caldo. Controllare se la lievitazione è a buon punto con un dito: se affonda bene nell’impasto, si può iniziare a lavorarlo. Staccare un po’ di pasta alla volta e creare un cordoncino per realizzare le ciambelle. I cururicchi vanno lasciati lievitare ancora almeno 15 minuti sotto il canovaccio, mentre l’olio si scalda. Immergere le ciambelle, poche alla volta, nell’olio caldo e girarle da entrambi i lati. Sono pronti quando diventano leggermente dorati, ma non eccessivamente. Tamponate le ciambelle con la carta assorbente o carta fritti. I cururicchi, una volta freddi, possono essere anche congelati: una volta tolti dal freezer, è meglio lasciarli a temperatura ambiente per un paio d’ore e poi ripassarli nel forno caldo.

PIEMONTE

Busele di pasta frolla


Ecco una ricetta che affonda le sue radici nella tradizione dei Colli tortonesi.

La Busela e il Bragton sono grandi biscotti che vengono regalati ai bambini tortonesi durante le feste natalizie, nel passato erano realizzati con la pasta del pane avanzato, oggi sono realizzati con un impasto dolce, in alcune ricette con l’aggiunta di canditi.

Ar bragton e ra büsela” secondo la tradizione sono consumati a Santo Stefano in ossequio al proverbio: “A Sânt Steva – taja ar col a ra büsela” [a Santo Stefano – tagliare il collo alla Busela]. Il proverbio non va osservato alla lettere, infatti Busela e Bragton non vanno mai tagliati con il coltello ma spezzati con le mani.

Ecco la ricetta di Tortona Oggi per realizzare i vostri biscotti natalizi…

300 gr farina 150 gr burro, 150 zucchero 3 uova intere, pizzico sale, cioccolato per fare la parte scura. Si mescola tutto, si da la forma tipica di bambolina e si inforna a 180° fino alla completa doratura.

PUGLIA

Pettole

Le pettole, conosciute anche come pittule , sono delle morbide palline di pasta lievitata tipiche della cucina pugliese, realizzate con un impasto semplice a base di farina, acqua, lievito e successivamente fritte in olio bollente!



L’antica tradizione vuole che vengano preparate durate le festività natalizie, ma oggi si preparano un pò tutto l’anno! 

INGREDIENTI


400g Farina 00
3g Lievito di birra disidratato
320g Acqua tiepida
10g Sale
Olio di semi q.b

PREPARAZIONE 

Setacciate la farina in una ciotola molto capiente e mettete al centro il lievito.
Versate una piccola parte dell’acqua sul lievito per farlo sciogliere.
Continuate ad aggiungere acqua e mescolate bene con le mani. Quando avrete unito quasi tutta l’acqua aggiungete il sale e continuate ad impastare con energia. 
Dovrete ottenere un impasto liscio molto morbido e appiccicoso. Occorrono circa 15 minuti di lavorazione. Ricoprite la ciotola con della pellicola per alimenti e fate lievitare in un luogo asciutto fino a che l’impasto non è raddoppiato di volume.
In una casseruola capiente versate abbondante olio e portatelo a temperatura. Prelevate con un cucchiaio piccole parti di impasto e fatele cadere nell’olio aiutandovi con un altro cucchiaio (volendo potete usare le mani avendo l’accortezza di bagnarle prima di prelevare la porzione di impasto). Friggete le pettole fino a che sono dorate uniformemente. Scolatele e farle asciugare su carta assorbente.
Potete arricchire l’impasto delle pittule con pomodorini, olive e capperi, con acciughe, con baccalà o con cavolfiore lesso. 
Per la versione dolce le pettole andranno rotolate nello zucchero semolato oppure cosparse di miele o meglio ancora di nutella, appena tolte dall'olio bollente! 
Buone pettole a tutti! 😋

5 commenti:

  1. I turdilli, gli cururichi (da noi vengono chiamate crispelle) ma la procedura è la stessa e da noi non possono mancare le Chinulle con nutella, marmelatta ma la vera tradizione sono le Chinulle con riccota e zucchero...
    Che bellee Tradizioni Quando vengono trasmesse da una generazione all'altra! 👏👏😉

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  2. I turdilli, gli cururichi (da noi vengono chiamate crispelle) ma la procedura è la stessa e da noi non possono mancare le Chinulle con nutella, marmelatta ma la vera tradizione sono le Chinulle con riccota e zucchero...
    Che bellee Tradizioni Quando vengono trasmesse da una generazione all'altra! 👏👏😉

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  3. Da noi a Palermo oltre alla tipica cassata siciliana ed i cannoli ripieni di ricotta e canditi, il dolce tipico di Natale è il "buccellato" fatto con fichi secchi, mandorle e confetti colorati sbriciolati!!

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  4. A Napoli è tutto un tripudio di profumi e sapori

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  5. I Natali più belli li teniamo nascosti in un angolino del nostro cuore per poi ritrovarli, ogni anno... nell'album dei ricordi...
    Era molto bello mangiare gli struffoli insieme alla mia famiglia, per poi leccarsi le dita...
    La tradizione continua ogni anno, per tenere vivi i ricordi di quando eravamo bambini.
    Maria Rosaria

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