domenica 28 novembre 2021

LA LUCE DELLE DONNE




In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, il Centro Antiviolenaza C.H.I.A.R.A. ha organizzato la mostra fotografica "PUNTI DI LUCE - Essere una donna nella Shoah". La Provenzal era presente all'inaugurazione del 20 novembre dato che la nostra Giulia ha partecipato al taglio del nastro grazie al blog! Infatti, quando in occasione dell'8 marzo, abbiamo chiesto agli alunni di scegliere una donna da descrivere, Giulia ha parlato di Cristina Boffelli, fondatrice del centro, con una motivazione speciale: "Perchè ci ha insegnato che quando una donna affronta con coraggio il proprio dolore, poi ne salva altre cento."

Di coraggio ne hanno sicuramente avuto anche le donne protagoniste della mostra, vissute in uno dei periodi più bui della storia, quello dell'olocausto. Coloro che finivano nei campi di concentramento erano "svuotate" della loro femminilità, rasate, denudate, oggetto di continue violenze fisiche e psicologiche. L'esposizione fotografica, anche grazie a didascalie di accompagnamento, "parla" di temi cari alla donna: amore, maternità, amicizia, fede...

Le testimonianze visive sono forti, pungenti, di grande impatto emotivo. 

Marta Byk è bellissima e in una lettera scrive alla madre: "Mi sono sposata, in effetti, ormai lo scorso marzo. Sono molto felice e tu sarai soddisfatta del tuo genero..." senza sapere che il marito era già morto e che di li a poco anche lei avrebbe fatto la stessa fine.

Genia Judzki è una madre spaventata per il destino del proprio figlio, è indecisa se lasciarlo in orfanotrofio o portarlo con sè ad Auschwitz. Non si fida della struttura, decidendo così di portare con sè Michàl. Verranno assassinati entrambi mentre i bambini in orfanotrofio verranno risparmiati.

Hilde è una giovane violinista che, grazie alla sua posizione in un'importante orchestra, insieme alla direttrice Alma, è riuscita a salvare molte donne. Le due amiche erano convinte che l'orchestra fosse un mezzo di sopravvivenza.

Dita ha paura che nessun ebreo sarebbe sopravvissuto alla Shoah, così decide di trascrivere tutte le preghiere ebraiche in latino, in modo da lasciare una traccia del loro passaggio. 

Le foto e i documenti sono parecchi, vengono trattati anche il tema dei salvataggi, quello della cura degli altri, del cibo, delle arti. Ma sicuramente un argomento molto sentito è quello dell'essere donna. Come si poteva mantenere la propria femminilità in un campo di concentramento? Come distinguersi dagli uomini avendo i capelli rasati e il ventre scavato dalla magrezza? Non ci sono grandi risposte a queste domande e anche le testimonianze sono sconfortanti: Lina ad esempio cercò di fabbricarsi un reggiseno mentre Margot un  pettine con del filo spinato. 

L'intento della mostra è sicuramente quello di far capire la forza delle donne, della capacità di reazione e di resilienza dell'universo femminile. 

La luce emanata dalle donne della Shoah è la stessa che hanno le donne di oggi, quelle che hanno il coraggio di denunciare, di reagire, di aiutare. 

Purtroppo a volte la luce si spegne, arriva il buio e allora è più difficile trovare la strada giusta, si va a tentoni, si brancola. Ma l'associazione C.H.I.A.R.A. può essere un aiuto a trovare l'interruttore e riaccendere la luce. Il Centro Antiviolenza infatti si occupa di accoglienza, consulenza, sostegno, protezione a favore di donne vittime di maltrattamenti, violenze e abusi. 

Ci ricorda che dobbiamo fare in modo di essere tutti quanti "PUNTI DI LUCE".

 

   


1 commento:

  1. Luce nel buio che c'è intorno.
    Grazie al centro C.h.i.a.r.a. grazie blog.

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